Un curioso episodio

3^Legione Guardia di Finanza -Milano
Nucleo Polizia Tributaria – Brescia

Un curioso episodio
Mi trovo a svolgere oramai da diversi anni il mio servizio nella città di Brescia presso il nucleo di polizia tributaria. 
Il territorio sotto la giurisdizione del reparto è molto vasto. Da considerare che confina con le province di Bergamo, Sondrio, Trento, Verona, Mantova, Cremona. La sua conformazione geografico-territoriale comprende sostanzialmente tre valli principali: Valle Camonica, Valle Trompia, Valle Sabbia, tre fiumi: Oglio, Mella, Chiese, tre laghi: Iseo, Garda e Idro.
Nei momenti liberi dal servizio c’è l’imbarazzo della scelta dove trascorrere un giornata. I laghi sono una notevole attrazione turistica. Anche se in uno di questi mi viene alla mente un fatto triste che può essere reso noto in un altro racconto.
Si tratta di un’area fortemente industrializzata che va dal manifatturiero, alla meccanica, alla lavorazione dei metalli, al tessile, all’abbigliamento, alla produzione di gomma e plastica, all’elettronica, all’agro alimentare. Attività queste svolte in notevole misura da piccole e medie imprese. Si trova al terzo posto in Italia nel manifatturiero. Seconda provincia lombarda per valore delle esportazioni. I settori che, generano i maggiori flussi, di merci diretti all’estero, in Germania, Francia e altri paesi sono il metalmeccanico, l’elettronica, la chimica e la moda.
Sono molte anche le ferriere ubicate e sparse per tutta la provincia.
Un altro aspetto da prendere in considerazione è la produzione vinicola di questa provincia. Questa viene effettuata principalmente nel territorio della “Franciacorta.” Affacciata sulle sponde del Lago d’Iseo, in una vasta area comprendente diversi comuni della Provincia di Brescia, qui si produce uno dei vini più pregiati e celebri d’Italia,
Il nucleo di polizia tributaria del quale faccio parte è fortemente impegnato nel controllo fiscale di tutte queste realtà. Sostanzialmente i controlli abbracciano un quinquennio (cinque anni solari), ove sono presi in considerazione vari aspetti della legislazione economico fiscale. L’esame delle varie imposte indirette e dirette quali: imposta sul valore aggiunto, bollo, registro, ecc., Irpeg, Irpef, Ilor e tutto quel che concerne la regolarità amministrativo-contabile: libri, registri, note, conti, fatture, bollette ecc.
Una mattina, come di consueto, mi reco presso la sezione da cui dipendo per prendere gli ordini da eseguire nel corso della giornata. Ci viene dato infatti l’incarico di formare una pattuglia composta da diversi elementi, me compreso, che sarà comandata da un ufficiale per andare ad eseguire una verifica fiscale nei confronti di una azienda situata nella bassa bresciana. A memoria non ricordo né il nome della ditta né la precisa località ove questa è ubicata. Credo si trattasse di una ferriera.
E’ risaputo che quando la Finanza entra in una azienda per effettuare delle verifiche fiscali crea diversi problemi a tutto il personale impiegatizio. A volte si delinea una sorta di panico generale. Chi si defila da una parte, chi dall’altra, cercando di occultare documentazione non regolare sotto il profilo fiscale. I militari consci di questi movimenti strani, preventivamente, prendono le dovute precauzioni. Si va a controllare un po’ in giro dappertutto nei locali aziendali, nei cestini, nei cassetti negli armadi, nel perimetro esterno, sotto le finestre. Non è la prima volta che si vedono buttare dai balconi borse, sacchetti, contenenti documenti fiscalmente non in regola. Una volta raccolta la documentazione, si cerca un locale idoneo, dove concentrare il tutto che sarà sottoposto a controllo nei giorni successivi. Alla fine della prima giornata in questo locale vengono apposti dei sigilli e indicati, gli obblighi da osservare, a carico dei responsabili delle ditte, nel caso di rottura o manomissione degli stessi. Ora non sto a descrivere analiticamente tutti gli accorgimenti adottati, per cautelare questa documentazione, perché penso che chiunque abbia fatto questo tipo di lavoro, lo sappia sicuramente. Quello che voglio fare emergere invece è un altro aspetto. È prassi consolidata che quando si intraprende una verifica fiscale a carico di una azienda vengano prodotti alcuni atti o verbali che garantiscono le corrette operazioni di raccolta documentale ed i sigilli apposti ai locali nei quali è stata concentrata la documentazione oggetto di esame nei giorni successivi. Uno di questi atti viene denominato “verbale di verifica” e viene sottoscritto dai militari partecipanti al controllo e dal responsabile aziendale, al termine delle operazioni della prima giornata. Nei giorni a seguire il verbale di verifica viene redatto quotidianamente. In pratica è il diario delle operazioni di controllo compiute dai verificatori.
Al momento di questa sottoscrizione ci siamo accorti che il responsabile della ferriera è risultato irreperibile. In effetti non è stato presente nel corso delle nostre operazioni. Abbiamo chiesto al personale dipendente delucidazioni in merito. Ci è stato detto che poco prima del nostro intervento costui era presente in azienda. Fatto sta che non si è reso disponibile alla firma degli atti.
L’arcano è stato svelato ben presto. Nell’ispezione ai locali aziendali effettuati dai partecipanti al controllo è emerso che uno dei componenti la pattuglia, non ricordo chi esattamente, aprendo un armadio per effettuare ricerche di ulteriori documenti, si accorge che dentro questo armadio c’era appoggiato, in piedi, che dormiva, proprio il responsabile della ditta. Si è saputo in seguito che per resistere dentro, quel vano aveva preso del “valium.” Inspiegabile il suo comportamento. Da parte della pattuglia operante, a memoria, non mi pare che a suo carico ci fossero provvedimenti di carattere giudiziario tali da limitare la sua libertà. Alla nostra richiesta di spiegare il motivo di questo comportamento è stato molto evasivo. Comunque quello che a noi interessava era esclusivamente la sua presenza alla sola firma degli atti che documentavano il nostro intervento in azienda e la cautela adottata nei confronti della documentazione da controllare.
Tuttavia ci è rimasto il dubbio sull’anomalo comportamento adottato da questo personaggio.
Probabilmente aveva qualche “scheletro nell’armadio” di altra natura e alla vista della Guardia di Finanza ha pensato bene di dileguarsi.
Sicuramente il mistero sarà stato chiarito nel corso della verifica, dalla pattuglia che è rimasta a continuare nei giorni seguenti il controllo documentale. Io ho preso parte solamente alle operazioni di raccolta documentale, effettuate solo il primo giorno dell’intervento e, non mi sono preoccupato più di tanto, in merito allo sviluppo di questo episodio. C’è da dire che questo evento ha generato nei partecipanti il controllo una buona dose di ilarità. Non succede tutti i giorni trovare un amministratore o un responsabile di azienda nascosto in un armadio.

Armadio