Si inizia

Si inizia
Completati gli arrivi degli aspiranti al corso iniziano le assegnazioni dei posti letto. Io sono inserito in una camerata con altri 20 allievi rispettando l’ordine dei cognomi alfabeticamente.
Se non ricordo male al corso viene dato il nome :
“41° – Montello”.
Viene formato il “Battaglione Allievi” composto da 3 compagnie per 275 partecipanti. Ogni compagnia divisa in tre plotoni, ogni plotone diviso in tre squadre e così via. C’è anche un’aliquota di finanzieri di mare che partecipano anche loro al corso. Quando siamo in vena di scherzi, prendiamo in giro questi marinai, chiamandoli “scarica tavole”, questo è il soprannome che è in uso ai finanzieri di mare. Loro di rimando ci appellano come “scarponi”, ma tutto è fatto con grande correttezza, simpatia e goliardia.
Il comando della Scuola è retto ad un colonnello. Persona severa che pretende molto sia da noi allievi che da tutto il corpo istruttori. L’istituto deve funzionare nel migliore dei modi. Sotto il suo comando viene istituito l’uso di attraversare il piazzale antistante la caserma sempre di corsa in tutte le operazioni della giornata, sia quando si va in aula che quando si va a pranzo e cena. Dobbiamo sempre essere in forma fisica prestante. Alla nostra età, si può sopportare.
L’allievo Aureli conosciuto proprio il giorno del mio arrivo viene nominato “capo corso” in considerazione della sua anzianità. Questo significa che ha la responsabilità del buon andamento delle operazioni quotidiane degli allievi ed è il tramite con i superiori per ogni comunicazione o altro che perviene alla nostra Compagnia.
Ci informano che la nostra permanenza al Lido di Ostia si svilupperà nel seguente modo:
• nove mesi circa di studio ed attività militari-ginnico sportive, a conclusione delle quali ci saranno le gare di atletica per tutto il Battaglione e gli esami finali per il corso Allievi;
• un mese di campo estivo per addestramento militare;
• un mese di pratica di comando da effettuarsi presso vari reparti del Corpo;
• giuramento e per i promossi agli esami la consegna del grado di vicebrigadiere;
• licenza finale e al rientro della quale inizierà il corso per i vicebrigadieri.
Una novità, questa seconda fase, infatti viene istituita proprio in questo corso. Il motivo è per preparare l’attività del Corpo in previsione della riforma tributaria degli anni 70. Passaggio dall’Imposta Generale sull’Entrata all’Imposta sul Valore aggiunto. Modifiche anche alle Imposte Dirette.
Sono proprio scalognato, già da quando sono entrato alla Scuola Alpina. Prima il corso durava 6 mesi, arrivo io e lo portano a 9 mesi. Ad Ostia prima del mio arrivo erano 9 mesi adesso viene raddoppiato. Non c’è male. Con rassegnazione devo sorbire tutte queste novità.
La nostra uniforme di finanziere viene arricchita con due filetti dorati cuciti a fianco delle mostrine, che poi sono le nostre fiamme gialle. Questo per confermare lo stato di “Allievo Sottufficiale”. La divisa quindi si completa anche con l’uso di guanti bianchi che devono essere indossati quando si esce in libera uscita.
Ci conducono al magazzino vestiario dove ci viene fornita una dotazione completa di capi di abbigliamento da usare per ogni occasione, tute da ginnastica, tute da lavoro, da combattimento, divise estive ed invernali, biancheria, calze, scarpe, scarponi. Non c’è che dire, davvero un buon equipaggiamento. Nel frattempo mi arriva il baule spedito da Bellagio, così ho modo di riordinare per bene le mie cose.
Ci forniscono di tutto il materiale occorrente per lo studio delle materie:
libri, codici, sinossi. Nel gergo militare si definiscono “Sinossi” i testi utilizzati per l’apprendimento delle varie discipline di insegnamento previste dal programma didattico.
La nostra giornata è scandita da ritmi precisi. A seconda della stagione, la sveglia viene effettuata alle 06.30 in estate e alle ore 7.00 d’inverno. Ci si deve alzare e andare a dormire al suono della tromba. Al mattino dopo le operazioni attinenti la pulizia personale, mezz’ora circa, tutte le compagnie devono trovarsi in piazza d’armi, per la cerimonia dell’alza bandiera. Poi si può andare a fare colazione sempre in ordine di squadra, plotone e compagnia. Mezz’ora per la colazione e poi subito in aula per gli studi. Un’ora dedicata ad esercitazione fisica o alternativamente ad addestramento formale nella piazza d’armi. Dobbiamo saper marciare e anche saper guidare il plotone e la squadra imparando gli ordini del caso.
Mi sembra di ritornare ai tempi della Scuola Alpina, ma qui il trattamento che viene dato agli allievi è molto diverso. Si pretende molta più precisione ed è tutto più freddo e distaccato da parte degli istruttori sia sottufficiali che ufficiali.
La disciplina è veramente rigida. Io prendo tre giorni di punizione per non aver sistemato il mio posto letto, al momento della sveglia mattutina. La regola è che prima di andare a lavarsi bisogna disfare la brandina per far prendere aria alle lenzuola e una volta ritornati dai bagni rifare il letto come ci è stato insegnato, tutti allo stesso modo, e rimettere in ordine la propria postazione. Malauguratamente un giorno tralascio questa incombenza e mi trovo punito con la seguente motivazione: “Tre giorni di consegna per non aver arieggiato gli effetti letterecci”. Ispezione effettuata di sorpresa da uno dei nostri tenenti comandanti di plotone…sigh! Il tenente Taurino. Lui è il comandante del 1° plotone al quale io appartengo. Questo ufficiale è abbastanza volubile e pignolo, ha la consegna facile, ci dobbiamo guardare bene dal non commettere stravaganze in sua presenza. Insegna “Imposte di Fabbricazione”.
Non ci è permesso di dissentire, recriminare o contestare l’operato degli istruttori. Tutto quello che ci viene imposto deve essere eseguito senza discutere pena qualche punizione. Tuttavia nonostante tutta questa disciplina lentamente si riesce a capire il funzionamento dell’Istituto e si accetta di buon grado la situazione.
A differenza della Scuola Alpina dove tutti provengono dall’ambiente civile, qui gli allievi giungono da tutte le parti della Penisola isole comprese e ognuno di noi porta il bagaglio di conoscenze acquisite nei distaccamenti, nelle brigate, nelle tenenze, nelle compagnie, nei gruppi e nelle legioni. Chi ha fatto servizio ai confini, chi ai porti, chi ai valichi di frontiera, chi all’interno del territorio. Questo è anche positivo che oltre agli studi fatti in aula si può apprendere anche a livello pratico facendo tesoro delle esperienze di questi finanzieri. La mia camerata è un crogiolo di dialetti, siciliano, toscano, veneto, emiliano, piemontese, ligure, lombardo, ecc.ecc.
Comincio a conoscere i miei compagni prima quelli di camerata più vicini di branda : Albarano, Ariano, Angeletti, Angelucci, tutti cognomi che iniziano con la lettera “A”. Nella camerata, composta da 20 letti si arriva fino alla lettera “D”: De Nadai, De Paolo ecc., gli altri faccio fatica a ricordarmeli. Ci vorrebbe il famoso “Numero Unico” sorta di diario che viene pubblicato a fine Corso dove sono inserite le azioni più importanti dell’attività svolta alla Scuola con inserito l’elenco di tutti i partecipanti. Sfortunatamente questo libro l’ho smarrito. Chissà dove l’ho posato! Per fortuna invece ritrovo un vecchio album nel quale sono riportate fotografie che, scorrendole è come aver tolto una patina di polvere dalla mia mente e mi aiutano a descrivere con più attenzione quanto è accaduto alla Scuola.
Comincio anche a conoscere quelli delle altre squadre e plotoni. Ci ritroviamo tutti i giorni in aula, la Compagnia di cui faccio parte è al completo e durante le pause tra una lezione e l’altra ci scambiamo le nostre impressioni.

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