Al corso trimestrale a Roma

3^Legione Guardia di Finanza – Milano
Nucleo pt di Brescia

1983 – Al corso trimestrale a Roma

Sono già dieci anni che mi trovo al Nucleo di Polizia Tributaria di Brescia. Finalmente dopo lunga attesa mi viene assegnato il grado di maresciallo ordinario: un binario applicato sulle spalline della divisa.
In questi anni, come previsto dalla consuetudine del reparto, ho fatto diversi avvicendamenti nelle varie sezioni: ufficio schedario, sezione mobile, sezione tasse affari, prima sezione ecc.
In quell’anno, se non ricordo male, mi trovavo a far servizio in una sezione abbastanza tranquilla. I compiti da svolgere erano essenzialmente quelli mirati a controlli di carattere fiscale ad aziende ed opifici. Si agiva di iniziativa o attraverso pratiche trasmesse al comando dai vari uffici finanziari. I controlli di iniziativa facevano parte di un programma ben sviluppato e organizzato dal comando nucleo pt secondo dei piani annuali.
Finalmente dopo dieci anni potevo svolgere dei servizi che mi davano la possibilità di aumentare la mia preparazione sopratutto sotto il profilo professionale. Ero anche più stimolato ad affrontare tutte le problematiche fiscali. Mi tenevo aggiornato su tutto quanto concerneva quanto era di nostra competenza. Mi interessava molto capire la normativa prevista in materia di imposta sul valore aggiunto, in materia di imposte dirette, bollo, registro, imposte di fabbricazione ecc. In servizio ero in pattuglia sovente con persone molto qualificate e quindi facevo tesoro della loro esperienza.
Un giorno purtroppo, sono convocato nell’ufficio del comandante del nucleo, il quale mi dà una notizia non tanto piacevole. Mi comunica che sono stato segnalato, unitamente al collega Arace Francesco, per andare a frequentare un corso di aggiornamento tributario di tre mesi, che si sarebbe svolto a Roma. A breve termine avrei dovuto raggiungere quella sede. Questa notizia proprio non ci voleva.
Faccio presente al comandate che, proprio in quel periodo, ero sotto trasloco. Dovevo lasciare l’appartamento ubicato nel quartiere Chiesanuova, in via Fura, per la zona di San Polo Nuovo e precisamente in via Michelangelo 110. Ho dovuto darmi da fare per trovare la nuova sistemazione perché la proprietaria, una signora vedova, mi aveva comunicato che era sua intenzione venire lei ad occupare l’appartamento. Non mi aveva messo fretta ma, sicuramente avrei dovuto darmi da fare per trovare un altro alloggio. Sono stati alcuni mesi di preoccupazione.
Non sapevo a che santo votarmi, avevo ancora i figli in minore età, che frequentavano la scuola elementare nel quartiere.
Trovare una nuova sistemazione non era tanto facile in una città come Brescia. Anche se si riusciva a trovare qualche locale libero questo era abbastanza caro per quanto riguardava l’affitto. Lo stipendio all’epoca non era poi molto e in famiglia eravamo in quattro, io mia moglie e due bambini. Si doveva stare attenti con le spese.
Avevo fatto anche domanda per ottenere un alloggio attraverso l’Istituto Case Popolari.
Fortunatamente l’istanza venne accolta e mi fu assegnato un appartamento in un palazzone di nuova costruzione, situato in via Michelangelo 110, nel quartiere San Polo Nuovo. In questa struttura avevano previsto degli alloggi di servizio per le varie forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri, Penitenziaria compresa la Guardia di Finanza.
Devo ringraziare i colleghi che avevano preso contatti con questo istituto. In effetti altri appartenenti al nostro Corpo avevano fatto la mia stessa richiesta. Ci fu quindi anche l’interessamento del nostro Comando.
Avevo pertanto preso accordi con la ditta di traslochi per fare questo movimento ad una data stabilita.
Questa data coincideva proprio con il periodo in cui avrei dovuto partire per Roma e frequentare questo corso.
Avevo rappresentato al mio comandante di nucleo la possibilità di farmi sostituire con qualche altro collega. Gli feci capire che non è che non volessi andare a Roma ma considerato che questi corsi erano periodici, gli dissi se potevo andare ad uno dei successivi che si sarebbero svolti. In un primo momento è sembrato che accettasse la mia proposta ma, dopo qualche giorno, mi richiama e mi riferisce che non c’è possibilità di sostituzione e che necessariamente devo andarci io.
Questo comandante doveva essere assecondato, aveva tutto un modo suo di concepire il trattamento con suoi dipendenti. A volte anche si comportava non proprio con modi garbati.
Ho assistito una volta ad una scenata. Eravamo diversi colleghi convocati nel suo ufficio non ricordo di preciso il motivo, forse era per impartire qualche direttiva, in merito a qualche operazione di servizio da intraprendere. Ad un certo punto gli arriva una telefonata dal Prefetto di Brescia. Si è visto che durante il colloquio dava segni di insofferenza. Era un soggetto che voleva far valere la propria autonomia e indipendenza anche nei confronti di altre rappresentanze istituzionali. Fatto sta, che alla fine della telefonata, non sappiamo che cosa gli avesse comunicato il Prefetto ma, questo comandante, prese la cornetta del telefono e la fece sbattere con violenza sul tavolo, con un moto di stizza. Probabilmente quello che gli era stato detto non gli era andato a genio. Tutti i presenti si guardarono in faccia attoniti senza profferire alcuna parola. Rimanemmo ammutoliti per questo comportamento.
Tornando quindi al mio problema, mi era stata fissata la data del mio trasferimento per un periodo di tre mesi a questo corso di aggiornamento da tenere a Roma. Feci appena in tempo ad effettuare il trasloco e partire. Comunque c’erano ancora molte cose da sistemare nella nuova dimora. Dovetti ogni fine settimana, alla fine delle lezioni che, in genere si tenevano fino al venerdì, prendere il treno per Brescia per andare ad aiutare la famiglia e finire di sistemare le cose a causa del trasloco avvenuto.
Il corso era iniziato e si teneva in locali della Guardia di Finanza situati in via XXI Aprile. Avevamo preso alloggio, il collega Arace ed io, in un albergo non molto distante dalla caserma.
I partecipanti a questo corso erano 81 sottufficiali e provenivano dai Nuclei di Polizia Tributaria di tutta Italia. Un fatto piacevole è stato quello di incontrare qualche collega di corso sia da finanziere che da sottufficiale, provenienti dalle varie regioni ma che negli anni ci eravamo persi di vista.
Tutto sommato questo corso non era male, si apprendevano nuove normative che erano utili per la nostra attività di polizia tributaria. Le materie infatti erano specifiche nel ramo della imposizione diretta e indiretta, nozioni di cultura giuridica e di contabilità aziendale.
Quando eravamo liberi dallo studio avevamo la possibilità di uscire la sera e di fare delle belle passeggiate per Roma. La città offriva molte distrazioni. Visitavamo i luoghi più interessanti, avevamo l’imbarazzo della scelta: Piazza di Spagna, Trinità dei Monti, Fontana di Trevi, Piazza Navona, la visita alle Basiliche: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, l’Altare della Patria. Le passeggiate per Via del Corso, Via Nazionale, Piazza del Popolo. Non c’era proprio di che annoiarsi. Almeno ci si distraeva un poco.
Io però avevo sempre la preoccupazione di aver lasciato e caricato di problemi la famiglia, proprio in momento critico. Per questo decidevo ogni fine settimana di prendere il treno per ritornare a Brescia. Fortunatamente c’era la possibilità di ottenere dal comando che gestiva il corso dei permessi.
Arace ed io nelle ore libere ci eravamo anche iscritti in piscina tanto per tenere il fisico in allenamento.
La sera, passeggiando per Piazza Navona, si incontravano tanti artisti, alcuni dei quali, se richiesto, ti facevano il tuo autoritratto, sia di persona che, anche esibendo qualche fotografia. Ne feci fare uno per mia moglie Anna che ancora conservo a casa in un quadro.
Avevamo anche concordato che una volta la famiglia ci avrebbe raggiunto a Roma e saremmo stati qualche giorno insieme e visitare i luoghi più interessanti della città. Tutto era stabilito quando all’ultimo momento, mia moglie mi avverte che nostra figlia Cristina non stava tanto bene e perciò dovettero rinunciare al viaggio.
Alla fine dei tre mesi si dovette affrontare l’esame finale.
Devo dire con un buon risultato. Feci una buona prova in tutte le materia sopratutto nella contabilità aziendale. In questo mi fu utile proprio il fatto che da poco tempo del diploma di ragioniere conseguito frequentando i corsi serali presso l’Istituto Giuseppe Cesare Abba di Brescia.
Ebbi un bel punteggio e su 81 partecipanti mi classificai quarto.

Ritratto di Anna mia moglie