Al campo estivo


41^ Corso Montello 1967/1969 – Lido di Ostia
Al campo estivo
Siamo già al mese di luglio 1968 e ci si deve preparare per andare al campo estivo. Non è certo una passeggiata. Da Roma dobbiamo raggiungere la località di Ponte di Legno, un paesino nelle montagne del bresciano, quasi al confine con il Trentino. In questo luogo si dovranno fare esercitazioni prettamente militari. Addestramento al combattimento, esercitazioni di tiro e altre attività.
In questa circostanza chi guida il Battaglione al completo, oltre a tutti gli ufficiali e sottufficiali istruttori è il maggiore Braida. Questo ufficiale guida il Reparto nelle occasioni più importanti: quando è richiesta la nostra presenza in varie manifestazioni pubbliche come ad esempio la festa della Repubblica che si tiene il 2 Giugno di ogni anno più altre cerimonie. Per il resto il comandante Braida si avvale di tutti i suoi dipendenti nelle operazioni quotidiane. Di comportamento e atteggiamento molto elegante, impeccabile nell’indossare l’uniforme e il modo di tenere il berretto. Sembra quasi un ufficiale tedesco d’altri tempi. Attira l’attenzione anche per la sua dialettica che infonde buonumore, proprio quando ci sono operazioni di una certa rilevanza, in cui è richiesta maggiore attenzione da parte nostra, come nel caso della partecipazione al campo estivo.
Si parte da Roma con il treno. Per raggiungere la località dove sarà installato l’accampamento. Dobbiamo salire anche su dei camion i quali ci porteranno sino al punto previsto. I nostri ricoveri saranno delle tende dove prenderanno posto sei allievi. Per un mese quindi si farà una vita totalmente diversa da quella della Scuola. Al mattino per lavarci dobbiamo andare al vicino ruscello e prendere l’acqua per il nostro fabbisogno.
Lo stesso dobbiamo fare con le stoviglie che ci hanno dato in dotazione dopo aver pranzato e cenato. Dobbiamo provvedere noi a pulirle e quindi approfittiamo dell’acqua del ruscello.
Si parte di mattina presto con l’equipaggiamento previsto: tutta da combattimento, zaino, armamento individuale e di reparto, si cammina tra le montagne per due o tre ore circa, ci si ferma ogni tanto per fare esercitazioni. Gli istruttori si prodigano ad insegnarci i vari passi militari: del fantasma, del gatto del gattino, del leopardo, ecc. e le varie tattiche militari, poi si riprende il cammino. Alla fine della giornata siamo sfiniti.
C’è anche la libera uscita, ma sono pochi quelli che riescono a cambiarsi, lavarsi, pulirsi da tutta una giornata di esercitazioni e andare in qualche birreria del paesino di Ponte di Legno.
Nonostante tutto questo si affronta la giornata con spirito di sacrificio e non mancano anche i momenti di allegria e solidarietà, tra di noi allievi e qualche istruttore. La vita all’aria aperta è salutare, i problemi logistici di accampamento si superano. Dormire in sei in una tenda non è il massimo della comodità, ma si accetta volentieri questa condizione.
Uno si chiede ma come mai la Guardia di Finanza deve fare tutte queste cose. Il cittadino comune la conosce come organo che esegue attività di carattere economico-fiscale e tributario, che bisogno c’è di fare anche questo tipo di addestramento?
Per aver la risposta bisogna andare indietro negli anni e precisamente nel 1907 dove il Corpo ottiene la completa militarizzazione, sancita dall’estensione dell’uso delle stellette distintive dei reparti combattenti, sovrapposte alle tradizionali fiamme gialle.
La Guardia di Finanza è il corpo militare più antico dello Stato italiano: la troviamo già nel Regno di Sardegna e fa risalire le sue origini alla legione truppe leggere sin dal 1774.
Per cui obbligatoriamente le viene richiesto anche l’addestramento di tipo militare in ogni ordine e grado dei suoi appartenenti.

al campo estivo
Prima foto:Angeletti,io,Astolfi,Angelucci-Foto al centro: Io al torrente-Terza foto:Angeletti,Io,Ariano
Vai alla pagina: Lido di Ostia