Il Cane Argo

6^ Legione Guardia – Como – anni 1964/1967
Brigata di Colombirolino
La brigata dipendeva dalla Tenenza di Gironico e dalla Compagnia di Olgiate Comasco. •
Il cane Argo
L’ordine arriva a notte inoltrata, l’incarico consiste in una perlustrazione con appostamento per la repressione del contrabbando in genere, che può essere commesso dalla vicina Svizzera verso il suolo italiano in vari luoghi della circoscrizione di nostra competenza.
In pattuglia con me c’è il conduttore cinofilo e il suo cane Argo. Il percorso che ci è stato assegnato è abbastanza difficile: dobbiamo camminare lentamente senza fare rumore e al buio, in mezzo al bosco, su sentieri scoscesi, pieni di ostacoli. Bisogna agire con cautela. Ho con me l’unico sacco a pelo che servirà per ripararci dal gelo della notte. Dico unico perché in teoria ce ne sarebbe spettato uno per ogni componente della pattuglia, ma disposizioni assurde ci obbligano diversamente.
L’attesa è lunga, fa freddo, decidiamo di metterci tutti e due dentro al sacco a pelo per riscaldarci un po’, in barba alla regola che indica il contrario. La cosa buffa è che anche il cane vorrebbe infilarsi dentro il sacco insieme a noi. Ma il conduttore con tono brusco gli ordina di rimanere fuori e di stare attento. Il cane ubbidisce, si siede, le orecchie tese, il muso rivolto dritto al confine, pronto a percepire ogni rumore anomalo. Argo è una bella bestia, addestrata bene per il suo compito, ma ha quasi raggiunto il meritato riposo dopo anni di intensa attività. A causa della sua età, a volte, il suo conduttore ha problemi a fargli accettare i comandi che gli vengono impartiti. Non sempre infatti ubbidisce al primo colpo. Ora sta lì in silenzio, sembra aver recepito in pieno quanto gli è stato ordinato.
Fratucello, questo è il nome del conduttore del cane, che io per abbreviare chiamerò “Frate”, è un ragazzone di origine trentina, tutto sommato di buon carattere. Ha più esperienza e qualche anno più di me di servizio. In questi posti l’anzianità di pochi anni o addirittura di pochi mesi conta molto. Ma lui, fortunatamente non è di quelli che fanno pesare la cosa. Da buon trentino invece gli piace qualche buon bicchiere di vino e anche questa notte esce dal Comando abbastanza allegro.
Il rapporto che ha stabilito con il suo cane non è tra i migliori. Come previsto dal regolamento, ha cura dell’animale ma non ha molto legame affettivo con lui. Ogni tanto gli rifila qualche calcio, e qualche pugno, quando ritiene di non essere ubbidito a dovere. Io soffro nel vedere queste azioni, ma non posso intervenire, lui è il responsabile della gestione. Argo subisce in silenzio, senza nemmeno guaire e da lì capisco quanta referenza e rispetto ha per il suo padrone. Mai una volta l’ho visto rivoltarsi contro per le botte subite. Io amo questo cane e quando ho la fortuna di uscire in pattuglia con loro mi sento più tranquillo. Tra noi tre è nato un buon accordo e riusciamo anche a farci qualche risata dimenticando per qualche momento la responsabilità e la pericolosità del lavoro che dobbiamo svolgere.
Il tempo trascorre lentamente e complice sia il tepore del sacco a pelo che del vino bevuto la sera, Frate si addormenta. Il patto tra noi è quello di darci ogni tanto il cambio. Al momento sono io quello che deve restare sveglio. La notte è fredda ma limpida, la volta stellata è meravigliosa e nel contemplarla molti pensieri affollano la mia mente facendomi dimenticare totalmente, per alcuni istanti, il luogo in cui mi trovo. Ripasso tutti i consigli che mi sono stati dati, durante il corso di istruzione su come ci si deve comportare in casi di intervento anti-contrabbando. Penso a casa, alla mia famiglia, alla scuola che ho abbandonato per arruolarmi, agli amici, che magari stanno divertendosi in qualche posto. L’epoca che vivo è di grandi cambiamenti, i giovani portano tutti i capelli lunghi come vuole la moda dei Beatles. Io, invece sono costretto a portarli corti, venendo riconosciuto subito come militare. Cosa un po’ fastidiosa. Tutto questo accade mentre sono lì, sdraiato per terra, al freddo, a dividere un unico sacco a pelo col compagno ed ammirare la volta celeste in un silenzio assoluto.
Mi chiedo cosa sto facendo lì, alla mia età, neanche 20 anni, in mezzo ad un bosco, armato di pistola Beretta calibro 9 e moschetto mod. 91, e con un unico sacco a pelo da dividere in due a controllare che vengano rispettate le leggi fiscali in vigore nel mio Paese. Eppure nonostante la malinconia del momento e del luogo in cui mi trovo, che non è dei più idilliaci, sono fiero di adempiere ai compiti che mi sono stati affidati, con molto senso del dovere.
Mentre tutti questi pensieri occupano la mia mente mi accorgo che ad un tratto il cane Argo comincia a dare segni di nervosismo. Sveglio il compagno e gli dico:”Frate, ci siamo, il cane è in allarme.” e lui: ”Si hai ragione, Argo si comporta così quando sente persone che si muovono nell’oscurità” Dico: ”Frate, io ancora non sento nulla ma a vedere i movimenti ed il nervosismo del cane mi rendo conto che sta per accadere qualcosa”. Tutto questo viene detto tra noi sottovoce, in modo da non sviare l’attenzione del cane su quello che sta percependo. Ecco che qui entra in gioco il buon addestramento che ha ricevuto. Di solito un cane normale al primo rumore comincia ad abbaiare, lui invece no, dalla sua bocca esce appena un impercettibile sibilo. Il conduttore allora si convince e capisce che sta accadendo davvero qualcosa. In silenzio ascoltiamo anche noi, immobili. Siamo proprio vicini alla rete fiscale “la ramina”, Dopo un po’ ecco che, la percezione del cane si materializza, in un movimento di persone, che stanno attraversando il confine, per entrare in Italia dai luoghi non consentiti. Siamo certi che si tratta, di contrabbandieri di sigarette che trasportano le “bricolle” come vengono nominati i sacchi che contengono questi tabacchi.
Tra poco dobbiamo agire, il cuore comincia a battere forte forte, la tensione aumenta, siamo in due più un cane a fronteggiare almeno un gruppo di persone, certamente più numeroso di noi.
Il conduttore cinofilo impartisce al cane Argo il classico ordine che si dà in questi casi: “Attacca”. Questo comando allerta il cane il quale è addestrato per andare contro la persona che trasporta la merce di contrabbando, ma non appena il carico viene lasciato cadere per terra, l’animale deve fermarsi, senza curarsi della persona. A questa deve preoccuparsi il tutore della legge; se riesce in qualche modo ad arrestarla e condurla in caserma. In queste frazioni di secondo comincia la fase di attacco e sia il cane che tutti e due noi ci muoviamo, corriamo contro questo gruppo di persone, le quali avvertite dal rumore conseguente al nostro intervento, alcune riescono a fuggire e ritornare in Svizzera, altre abbandonano il carico e si perdono nell’oscurità del bosco. Sembra un fermo di sigarette classico, infatti quello che interessa maggiormente è recuperare la merce illegale se poi si riesce a fermare il responsabile tanto meglio. Ma qualcosa va storto. Argo ha compiuto in parte il suo lavoro. Invece di fermarsi davanti al carico giacente lì per terra, ha continuato ad inseguire la persona che lo portava. Questo significa che nella sua corsa Argo ha sconfinato in Svizzera. Ahimè! quello che non doveva accadere è accaduto, guardandoci in faccia tutti e due attoniti, ci siamo detti: qua stanotte, succedono dei guai, se le guardie svizzere si accorgono che un cane anti-contrabbando italiano è sconfinato nel loro territorio per inseguire una persona, qui andiamo incontro a problemi seri. Il tempo passa, inutile chiamarlo anche a voce alta, sembra scomparso nel fitto del bosco. Siamo proprio scoraggiati e amareggiati e anche impauriti ma ecco che all’improvviso, dal nulla, Argo appare. Un sospiro di sollievo esce dalle nostre bocche ma l’animale si prende anche una bella pedata nel sedere dal suo conduttore e consapevole dell’imperdonabile errore commesso, non ha nessuna reazione, emette solo un impercettibile mugolio, come per chiedere scusa dell’errore commesso e con la coda tra le gambe si accuccia vicino al suo padrone.
Dopo i primi momenti di paura e di rabbia, tutto passa, allora provo a dare una carezza ad Argo come per rincuorarlo; lui sembra accettare e mi lecca la mano.
Tutto è finito per il meglio. Soddisfatti dell’esito del servizio lentamente cominciamo a trasportare la merce sequestrata dirigendoci verso il Comando. Giunti al reparto riceviamo il plauso del comandante e dei colleghi per il buon esito dell’operazione.
Durante la mia permanenza in questo reparto disagiato sono state molte le notti trascorse all’addiaccio in situazioni come quelle qui descritte. Ma sono servite a temprare il mio carattere. Quando ho deciso infatti di concorrere per l’ammissione alla Scuola Sottufficiali, ormai lontano da questo luogo abbastanza inospitale, non ho avuto difficoltà, a trattare l’argomento dato come tema alla prova scritta, di ammissione al concorso per la Scuola Sottufficiali. Ebbene si, il titolo del tema è stato il seguente: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Commentate queste parole scritte da un celebre filosofo (Kant)”. Quando i commissari leggono questo titolo nella sala dei concorsi, un brivido percorre la mia schiena, e penso: “Coraggio, questa volta ci sei, è il tuo momento fortunato. Prendi al balzo questa opportunità e concentrati al massimo sull’argomento del tema, che è alla tua portata. Sono fatti e situazioni che hai vissuto di persona sulla tua pelle pertanto non puoi sbagliare.”Dopo poco tempo infatti mi viene comunicato che il mio trattato è stato classificato con un punteggio tale da risultare primo “ex equo” con quello di un altro collega della stessa Legione da cui dipendo. Evviva! forse è il momento che riesco a fare un salto di qualità nella mia carriera. Con il superamento della prova scritta si accede a quella orale. Tutto questo accade mentre non sono più nel reparto disagiato, ma mi trovo in un posto dove è l’invidia di tutti i miei colleghi. Sono soddisfatto.

bricolle sequestrate e il cane Argo
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