Il Maresciallo Spiga

Gorgonzola
Il maresciallo Spiga
Questo episodio che sto per narrare si riferisce al periodo in cui ero alloggiato nella cameretta attigua all’ufficio del Comandante. Non avevo ancora un armadio per appendere i miei abiti e mi servivo di un’asta di bandiera come attaccapanni.
Bene succede che il maresciallo Berti va per qualche settimana in licenza e lo sostituisce il maresciallo Spiga in qualità di sottufficiale più anziano. Questo maresciallo prende molto sul serio il fatto che per qualche tempo dovrà essere a capo della Caserma sino al ritorno del titolare. Originario della Sardegna esplica il suo lavoro con molta correttezza, serietà e competenza.
Di corporatura minuta, dimostra meno anni di quelli effettivi. La sua capigliatura è folta e nera. Inconfondibile il suo accento sardo. Gli piace dialogare con i colleghi ed io non ho alcun problema a relazionarmi con lui. Non fa pesare il suo grado.
Purtroppo l’incarico che gli è stato affidato cerca di svolgerlo con profondo zelo. Io penso che non aveva molta esperienza di comando di reparto ma ci mette tutta la buona volontà per ben figurare. Per una buona gestione è necessario compiere alcune operazioni che devono essere svolte personalmente. Bisogna predisporre e pianificare l’operatività diuturna del reparto. Assegnare ad ogni militare: finanziere, appuntato, sottufficiale le mansioni da svolgere nella giornata. Gestire tutte le pratiche dell’ufficio rispondere alla corrispondenza in arrivo e così via. Ispezionare i luoghi dove ci sono militari che sono comandati di servizio, relazionarsi con il pubblico. Insomma richiede un certo impegno. Trascrivere sul registro di servizio tutti gli ordini che vengono impartiti alle pattuglie ed altre incombenze.
Spiga evidentemente preso dall’ansia di non sfigurare in questo impegno si presenta in ufficio al mattino prestissimo: alle 6:00, 6:30 e incomincia a lavorare, telefona, batte a macchina le lettere che dovranno essere spedite, organizza i servizi per tutti i dipendenti il reparto. Così facendo le mie povere orecchie sono tempestate dal rumore che produce nell’ufficio.
Sono costretto ad alzarmi anch’io presto e ancora insonnolito gli faccio gli auguri di una buona giornata. Lui apprezza e riprende di buona lena il suo lavoro.
A me non resta che uscire andare al bar e prendere, un caffè o un cappuccino e attendere il mio incarico giornaliero che non tarda a venire. Così inizia un altro giorno lavorativo in questo reparto.

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