18 novembre 1963

Sono cosciente di quello che mi riserverà il futuro per questa mia scelta, confortato dall’esempio di mio padre che per 28 anni è stato anche lui nella Guardia di Finanza. Lui purtroppo ha dovuto svolgere parte del servizio proprio durante la seconda guerra mondiale. Momenti difficili questi, se ne discuteva spesso in famiglia ma nonostante le sofferenze patite a causa di questi periodi non l’ho mai sentito parlare male dell’organizzazione di cui ne fece parte, anzi ne fu riconoscente per avergli dato la possibilità di mantenere decorosamente la famiglia.
Alla luce di queste esperienze quindi decido anch’io di fare questo passo.
Mi appresto pertanto a raggiungere la stazione ferroviaria di Mestre dov’è il punto di incontro. Viviamo attimi di commozione tra me ed i miei familiari nel momento in cui salgo sul treno che mi porterà insieme agli altri arruolandi a destinazione. Questa è la prima volta che lascio definitivamente la mia famiglia per affrontare in piena autonomia la mia vita.
La partenza è prevista intorno alle 19.00 o 20.00. Siamo circa una quindicina. Il gruppo da noi composto è formato da ragazzi quasi tutti della mia stessa età, dai diciotto ai ventiquattro anni. Chi proviene dal mondo del lavoro, chi come me dagli studi e tutti con la bramosia di essere messi al corrente su cosa ci aspetterà una volta giunti alla Scuola Alpina.
Tutte le nostre ansie vengono dirette alla persona incaricata di accompagnarci a destino, un brigadiere del Corpo. Il malcapitato durante tutto il viaggio viene investito delle nostre domande e curiosità. Lui è discreto non si sbilancia più di tanto, ci assicura però che sarà una buona esperienza.