18 novembre 1963

Ancora vestiamo abiti civili, ma ci avvertono che avremmo dovuto cambiarli con gli indumenti che ci avevano dato poco prima.
Ci viene preannunciato che ognuno dei capi di vestiario consegnatici hanno la propria funzione a seconda delle attività che si devono compiere durante la giornata. Ad esempio se è l’ora di ginnastica bisogna indossare l’apposita tuta, se è l’ora dell’addestramento formale, consistente nel fare piazza d’armi, cioè andare a passo di marcia, dobbiamo indossare l’indumento prescritto per tale attività. Tutto è predisposto e programmato con ordine e puntualità. Pertanto ci anticipano che gli abiti borghesi li avremmo nuovamente indossati solamente quando saremmo andati a casa in licenza o permesso. Il che sarebbe a dire non prima di un mese o mese e mezzo considerato che eravamo quasi a fine novembre.
Tutti questi accadimenti fanno presagire che seriamente sta iniziando il corso, inoltre per tre giorni siamo sottoposti a test attitudinali. A me va tutto per il meglio, ma ci sono ragazzi che non li superano e loro malgrado devono ritornare ai loro luoghi di origine. Questi test scavano nella psiche di ognuno di noi per vedere se oltre all’idoneità fisica siamo a posto anche dal lato psicologico. In effetti la vita che ci attende nell’arco di tutta la nostra carriera non sarà facile e quindi ci sono cautele da parte dell’organizzazione al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. Saremo individui che maneggeranno armi e immaginate se qualcuno di noi non è psicologicamente stabile cosa potrebbe combinare con l’usarle impropriamente.